Quando cominci a mixare, la parte creativa del processo ha bisogno di tutta la tua attenzione e anche di tutto il tempo possibile!

La sensazione di pieno potere quando si apre per la prima volta una nuova sessione di lavoro, importando delle registrazioni e ascoltandole per la prima volta, è fortissima. Il desiderio di provare milioni di cose mai provate prima per enfatizzare l’individualità del brano e dell’artista, che si tratti di noi stessi o qualcun altro, è alle stelle.

Tutto fantastico, dunque? Dipende.

Nel momento in cui si hanno davanti tutte le opzioni possibili, può capitare di perdersi tra di esse. Troppe decisioni da prendere e il cervello rischia di andare in pappa, troppe sottigliezze audio e le orecchie smettono di essere affidabili.

A volte è meglio avere un punto di partenza costante per le sessioni, un riferimento, un porto sicuro. L’utilizzo dei template ha proprio questa funzione, oltre a quella non trascurabile di rendere più spedito l’inizio del lavoro presentandoci una serie di impostazioni già pronte all’uso.

Quando ho cominciato a usare intensamente Logic Pro X mi sono reso conto che partire, per esempio, con gli aux già impostati mi fa risparmiare una buona mezz’ora. Posso fare a meno di ripetere lo stesso processo, noiosissimo, di impostare il routing per la batteria, uno per il basso, uno per le chitarre, uno per le tastiere, uno per le voci, uno per i cori…aargh, solo a pensarci mi viene l’orticaria!

Il mio template di base in Logic Pro X
Il mio template di base in Logic Pro X

Tutti gli aux (in giallo) che vedi nell’immagine, con i loro plugin, sono preimpostati per me quando scelgo di avviare un nuovo progetto da un template esistente. Magari poi non mi servono tutti, nel qual caso mi basta cancellare quelli che restano inutilizzati.

Mettiamo caso che io faccia un mixaggio che mi piace un sacco, con delle impostazioni di routing delle tracce che non avevo mai usato prima e dei plugin settati in un modo nuovo che mi piacerebbe poter riutilizzare in futuro: mi basta salvare la sessione come template (la stessa cosa si può fare anche in Pro Tools, ovviamente!) e utilizzarla come base di partenza al mix successivo. Per esempio, io lo ho fatto quando ho scritto e registrato un mio brano!

Trovo che lavorare così sia molto più semplice: la creatività si libera più in fretta, quando ci si è presi cura dei compiti più ripetitivi. Questi facciamoli gestire alle macchine, allora. Che ne pensi?

Se sai l’inglese, ecco un video sui template in Pro Tools di Graham Cochrane (Recording Revolution):

In questo articolo ti ho dato una idea di massima dei template e del perché li adoro. Tu li hai mai usati? Mi piacerebbe saperlo!