Se desiderate dedicarvi al mixaggio della vostra musica o collaborare con altri artisti come mixing engineer ma siete ancora all’inizio del vostro percorso, potreste perdervi tra tutorial e guide varie. Ci sono passato anche io.
Per questo voglio cercare di aiutarvi offrendovi qualche consiglio per approcciarvi ai vostri primi mix: vi mostrerò le cose che faccio ancor prima di pensare a inserire plugin sulle tracce o al volume finale del master.
Do per scontato che abbiate già i file sui quali volete lavorare nella vostra sessione 😉 se non li avete correte a registrare qualcosa o date un’occhiata alle risorse di Cambridge Music Technology!
Organizzate la sessione
Dal mio punto di vista, avere una sessione ben organizzata può aiutare a lavorare in maniera più rapida e con più concentrazione.
Nomi e ordine delle tracce
Se avete tracce senza nomi comprensibili (qualcuno ha detto “Audio 1”?), rinominatele subito. Createvi poi un ordine mentale in cui disporle e rispettatelo in ogni vostro lavoro. Io per esempio le ordino così:
- Cassa
- Rullante
- Charleston
- Tom
- Panoramici
- Ambiente (microfoni che riprendono la stanza)
- Basso
- Chitarre ritmiche
- Chitarra solista
- Tastiere
- Voce principale
- Cori
- Effetti vari
Chiaramente è un ordine di massima, che cambia a seconda degli elementi effettivamente presenti nel brano.
All’interno di quest’ordine dispongo le tracce a seconda della loro attività: se per esempio ci sono quattro chitarre ritmiche, metto più in alto quella che suona per prima, seguita da quella che suona subito dopo e così via.
Colori
Moltissimi colleghi trovano utile assegnare colori univoci ai vari tipi di traccia. Potreste per esempio colorare tutte le tracce di batteria di rosso, le chitarre di verde, il basso blu e le voci gialle; scegliete la palette che più vi aggrada e, ancora una volta, siate coerenti in ogni vostro progetto! Il vostro cervello si abituerà molto in fretta e troverete più rapidamente quello che state cercando.
Create sottogruppi
Dopo aver rinominato, ordinato e colorato le tracce, di solito comincio a creare sottogruppi nel mixer. Questo può sembrare un passaggio ridondante (sto creando altri fader!), ma permette di tenere sotto controllo più velocemente gli elementi che fanno parte di una stessa “famiglia”.
L’elenco che ho fatto prima è proprio basato sui sottogruppi che creo nel mixer. Ad esempio, se ho due microfoni che riprendono l’interno e l’esterno della cassa, creo un sottogruppo Cassa che mi permette di bilanciarla con un singolo fader rispetto agli altri elementi del kit.
Faccio la stessa cosa con il rullante (anche se c’è un microfono solo!) e gli altri pezzi; poi creo anche un sottogruppo che racchiude tutte le parti del kit e lo chiamo Batteria, così da avere un solo fader per tutta la batteria.
Lo stesso processo vale per il basso, le chitarre, le voci principali e quelle di background, le tastiere e gli effetti speciali.
Per creare questi gruppi dovete cercare le istruzioni relative alla vostra DAW; di solito qualcosa che abbia a che fare con bus, aux, stack o simili.
Un piacevole side effect della creazione dei sottogruppi è che vi aiuterà con il gain staging, se lo effettuate, e vi permetterà di avere dei submaster sui quali inserire plugin che vadano a lavorare su tutti gli elementi in essi contenuti, una volta che comincerete il mix vero e proprio.
Potrete quindi fare, ad esempio, dei tagli precisi sulle tracce dei singoli elementi della batteria e poi dare una equalizzazione complessiva sul gruppo Batteria (magari per aggiungere più brillantezza a tutto il kit).
Quando ho mixato la cover di Rock’n’roll All Nite dei Kiss per la compilation di Cancer Drugs & Rock ‘n Roll avevo a che fare con numerose voci soliste: ho lavorato sulle singole tracce e poi ho usato un submaster per renderle complessivamente più o meno brillanti e per applicare una compressione generale a tutte le voci.
Livelli e panning
Gestiti questi processi puramente organizzativi (imparate a farvi un template e potrete farli molto velocemente!) potete finalmente cominciare a giocare con i fader.
Settaggio iniziale del mixer
Vi suggerisco vivamente di trovare un modo per uniformare i livelli delle tracce, in maniera tale da non avere strumenti sparatissimi accanto a tracce ai limiti dell’udibilità. Non fatelo con i fader però: nella mia esperienza, è meglio usare plugin di gain/trim sulle singole tracce, o accessori tipo il Clip Gain (in Pro Tools) o il Region Gain (in Logic Pro), per portare tutti i volumi a un livello simile e ragionevole, lasciando i fader delle tracce intorno allo 0.
Questo non solo per motivi di gain staging, ma anche per avere più risoluzione possibile sui fader stessi: cioè per avere il fader in un punto in cui potete togliere/aggiungere volume alle singole tracce senza dover fare spostamenti microscopici o inserire valori di decibel a mano (una gran perdita di tempo). E poi i fader tutti intorno allo zero sono fighi da vedere.
Portate tutto giù!
Quando avrete uniformato i livelli potete cominciare a gestire i livelli delle singole tracce una rispetto all’altra.
Potete farlo con i fader nella loro posizione attuale oppure portare giù tutto e alzare un fader alla volta. Io lavoro in quest’ultimo modo, mi distrae meno: lascio a zero i fader dei sottogruppi e abbasso tutto il resto, per poi cominciare a lavorare.
Non esiste una regola su quale sia lo strumento che dovete alzare per primo: dipende tutto dal genere di musica sul quale state lavorando. Se c’è una voce, di solito vorrete che questa sia ben udibile nel mix finale: questo mi porterebbe a suggerirvi di portarla su prima possibile e di costruirle il mix intorno (ma in certi generi metal questo non è necessariamente vero!).
Normalmente io parto da cassa e rullante, passando poi alla voce solista, al basso, alle chitarre e poi al resto. Ma non è una legge, nemmeno per me XD
Se avete creato i vostri sottogruppi vi consiglio di lavorare sul bilanciamento degli strumenti contenuti in ogni singolo sottogruppo prima e poi di passare a bilanciare i sottogruppi gli uni con gli altri, usando i loro fader.
Strumenti nello spazio: il panning
Probabilmente il suono che otterrete dopo questo bilanciamento di volumi sarà ancora un po’ confuso, visto che tutti i suoni saranno al centro. Qui entra in gioco un altro elemento fondamentale dei mix: il panning, ossia la disposizione degli strumenti presenti nel mix sul palcoscenico virtuale che si presenta ai vostri ascoltatori.
È piuttosto comune avere la voce, la cassa, il rullante e il basso al centro, riservando i lati ad altri elementi che potrebbero interferire con l’intelligibilità della voce stessa (chitarre e synth, per esempio).
Ci sono certi mix del rock e del beat anni sessanta che invece presentano basso e batteria da un lato, oppure chitarra da una parte e basso dall’altra, un po’ per limitazioni degli apparecchi deputati a riprodurre la musica e un po’ forse per scelta.
Sta di fatto che la disposizione di cui parlavo prima è un porto sicuro per chi è alle prime armi e non solo: tende a concentrare l’ascoltatore su quelli che per voi sono gli elementi principali.
Vedrete che appena comincerete a spostare elementi ai lati del mix tutto apparirà più chiaro, gli strumenti cozzeranno meno gli uni con gli altri.
Potete seguire un procedimento piuttosto in voga, chiamato LCR Panning, che prevede di assegnare ogni strumento o al centro o tutto a destra o tutto a sinistra (LCR sta infatti per Left Center Right), senza posizioni intermedie.
Seguendo questa tecnica per esempio potreste mettere una chitarra al 100% a destra, un synth al 100% a sinistra e cassa, basso, rullante e voce al centro. Ovviamente in un mix molto denso può essere difficile (e magari pure controproducente) essere così rigorosi, ma per lavori più semplici funziona bene.
Voi come lavorate?
Vi ho parlato di organizzazione della sessione, di livelli e di panning, ma senza dubbio ognuno ha il proprio metodo (e le proprie ossessioni) quando comincia a lavorare.
Per quanto mi riguarda, questi sono passaggi fondamentali che affronto regolarmente prima di pensare a equalizzazione, compressione, riverbero, delay e soprattutto ben prima di pensare a quanto forte deve suonare il mio brano…
Ora fatemi sapere voi quali sono le prime cose che fate quando iniziate un nuovo mix! Aspetto di sentire le vostre storie 🙂